MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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FORMAZIONE
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-08
Intesa regioni-Agenzia Onlus Gestione registri: via libera alle linee guida |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
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CORRIERE della SERA
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-02-08
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-02-08 Intesa regioni-Agenzia Onlus Gestione registri: via libera alle linee guida di Lucilla Vazza 8 febbraio 2010 DOCUMENTO / Le linee guida "Dai nostri archivi" Onlus, le linee guida per i bilanci del no profit Onlus, due record alla Lombardia Il Fisco allarga le maglie per il censimento del terzo settore Alta tensione sul 5 per mille Cinque per mille, le nuove regole in un Ddl bipartisan Dalla Conferenza delle regioni arriva una novità per le associazioni di volontariato. Dopo un lungo cammino di concertazione tra l'Agenzia per le Onlus e gli enti territoriali, è stato dato il via libera alle linee guida per la gestione dei registri cui devono iscriversi tutti gli enti. Una sorta di vademecum, che serve a fare luce su una serie di aspetti tecnici. Il testo è strutturato in tre parti. La prima individua i requisiti che le organizzazioni devono possedere per ottenere l'iscrizione, fornendo per ognuno di essi una breve descrizione. La seconda riguarda gli ulteriori elementi di valutazione che rilevano, in particolare, ai fini della revisione dei registri e dei controlli. La terza concerne la tenuta dei registri e affronta il tema dei controlli, delle procedure di revisione e della cancellazione delle organizzazioni. Sul tema dell'individuazione dei settori nei quali operano le organizzazioni, le linee guida individuano nell'ufficio registrante il soggetto tenuto alla verifica dell'effettiva coincidenza tra quanto indicato nella domanda e le attività descritte nello statuto. Le associazioni devono specificare il numero degli aderenti e dei volontari nonché degli eventuali lavoratori subordinati e autonomi. Inoltre, non possono essere iscritte le organizzazioni che assumono forme giuridiche non conciliabili con lo scopo solidaristico; così come gli organismi "di secondo livello", enti di coordinamento e collegamento composti da più associazioni di volontariato. Si chiarisce poi che cosa va inteso per "assenza della finalità di lucro", concetto che non esclude la possibilità per gli enti di conseguire risultati economici positivi per sostenere le attività dell'organizzazione stessa attraverso il rafforzamento patrimoniale e finanziario. Nel caso le associazioni richiedano all'amministrazione finanziaria, contestualmente all'attribuzione del numero di codice fiscale, anche quello di partita Iva (generalmente coincidente con il primo), si precisa che questa attribuzione non sottintende necessariamente lo svolgimento di un'attività commerciale (in violazione dei limiti imposti dal Dm 25 maggio 1995), in quanto l'ente, anche nell'ipotesi in cui sia titolare di partita Iva, potrebbe di fatto non utilizzarla. Tuttavia, le regioni in questo caso sono invitate a svolgere ulteriori verifiche. Per quanto riguarda l'obbligo di comunicare il numero dei volontari, va detto che essi devono prestare la propria attività in modo gratuito, senza essere legati all'organizzazione da alcuna forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo né di relazione a contenuto patrimoniale. Un'ulteriore clausola obbligatoria da indicare nello statuto è relativa alla redazione del bilancio consuntivo. Per semplificare le regole si continuerà ad adottare un sistema di rendicontazione differenziato a seconda che il volume di entrate annuali superi o meno i 250mila euro. 8 febbraio 2010
Onlus, le linee guida per i bilanci del no profit di Elio Silva commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 2 Giugno 2008 "Dai nostri archivi" Conti ad hoc e più informazioni le vie per crescere Onlus: le regole delle entrate per il fund raising Onlus ancora in ritardo nella corsa ai risultati Alta tensione sul 5 per mille Generosità più efficiente
Nel 2001 ci aveva provato l'Ordine dei dottori commercialisti, con un'articolata "raccomandazione" del Consiglio nazionale, imperniata sull'opportunità di redigere bilanci ad hoc per gli enti non profit. Ora, con la stessa finalità di fondo, è scesa in campo l'Agenzia per le Onlus, l'organismo pubblico che opera da dieci anni per il monitoraggio e la promozione del Terzo settore. Le linee-guida contabili rese pubbliche pochi giorni fa e qui sotto riassunte (si veda anche Il Sole-24 Ore del 23 maggio) segnano un punto di svolta nell'azione dell'Autorità presieduta da Stefano Zamagni, per almeno due ragioni. Da un lato indicano alle organizzazioni senza scopo di lucro una strada concreta per predisporre i documenti e gli schemi secondo modalità specifiche, rispettose della natura non profit e, quindi, diverse rispetto ai bilanci delle imprese. Contemporaneamente, però, sollecitano la galassia formata da associazioni, fondazioni, comitati, Ong, cooperative sociali ed enti vari a operare uno sforzo di omogeneità e trasparenza nella rendicontazione, cominciando a disboscare quella giungla informativa che è, allo stato, tra le cause non ultime della visione frammentata che il Terzo settore offre di sé. Nell'elaborare la propria proposta, l'Agenzia per le Onlus si è avvalsa di due alleati preziosi sotto il profilo tecnico, l'Ordine dei dottori commercialisti e l'Assirevi, associazione fra le società di revisione. Tra i più convinti sostenitori dell'iniziativa si trova, così, il presidente del Consiglio nazionale dottori commercialisti, Claudio Siciliotti, per il quale "la categoria è pronta ad assicurare un valido contributo sul terreno della formazione degli enti non profit, anche attraverso il nostro istituto di ricerca". Molto attivo anche l'Ordine milanese, presieduto da Luigi Martino, che proprio alla trasparenza nella rendicontazione del Terzo settore ha dedicato, nello scorso novembre, un convegno nazionale e una ricerca realizzata con l'università Bocconi. Basterà questo robusto spiegamento di competenze professionali a garantire il successo dell'operazione? Il punto di domanda è lecito, se non altro perché, come ricorda nell'intervento qui a fianco il presidente dell'Agenzia per le Onlus, Stefano Zamagni, le linee-guida non sono una formula vincolante, ma una proposta aperta, suscettibile di variazioni e integrazioni. La maggiore incognita, che non emerge dalle dichiarazioni ufficiali ma trapela dalle valutazioni degli addetti ai lavori, riguarda i possibili costi dell'adeguamento delle scritture contabili. È pur vero che l'Agenzia, prevedendo uno schema largamente semplificato per le realtà con un volume di entrate inferiore ai 100mila euro, ha tenuto in considerazione il fatto che la stragrande maggioranza delle organizzazioni è di piccola taglia. Questa misura prudenziale, tuttavia, non basta da sola a rassicurare le Onlus. Così, per l'ambito del volontariato prende posizione Csv.net, la rete nazionale dei Centri di servizio: "Siamo pronti a fornire assistenza alle associazioni minori", dichiara il presidente, Marco Granelli. "Ci sono già alcune sedi operative, ad esempio nel Lazio, dove viene garantita la tenuta della contabilità. Ulteriori iniziative, volte anche alla creazione di una vera e propria banca dati, sono allo studio con la Convol, la Conferenza delle associazioni e federazioni di volontariato". Il vero obiettivo dei Centri di servizio, però, è quello di allargare il raggio degli strumenti informativi. "Le linee-guida - spiega Granelli - non devono limitarsi al bilancio d'esercizio. Crediamo sia necessario definire forme semplici e flessibili per il rendiconto sociale e di missione, da utilizzare in maniera graduale. Su questo fronte abbiamo già presentato la nostra proposta a febbraio e stiamo attualmente conducendo una sperimentazione in oltre cento organizzazioni, localizzate in tutta Italia". La vera "partita doppia", insomma, per le Onlus è quella di riuscire a conciliare i nuovi strumenti di trasparenza con una gestione non burocratica e meramente formale delle modalità di rendicontazione.
Onlus, due record alla Lombardia di Giacomo Bagnasco commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci Lunedí 29 Ottobre 2007 "Dai nostri archivi" Le amnesie della Finanziaria Alta tensione sul 5 per mille "Schedare i beni della Santa Sede" Gli immigrati sono il 6,2 0ella popolazione italiana Quasi 15 milioni di sostenitori del cinque per mille Nelle classifiche per regioni la Lombardia vince due volte su tre, mentre in un caso deve cedere lo scettro al Lazio. È questo il quadro della ripartizione del 5 per mille sul versante delle Onlus, che comprende anche associazioni di volontariato, associazioni di promozione e altre fondazioni e associazioni riconosciute. Le graduatorie – risultanti dai dati delle Entrate – sono il frutto delle scelte espresse dai cittadini nella dichiarazione dei redditi 2006. Quasi 700mila, peraltro, hanno dato la preferenza al volontariato in modo generico, non indicando il codice fiscale di una specifica associazione, e in questo caso i proventi sono stati divisi tra tutti i beneficiari in proporzione ai "consensi" conquistati. La somma totale a disposizione delle Onlus sfiora i 193 milioni (con una media di 9.208 euro per ogni ente ammesso), mentre 16,3 milioni non sono stati distribuiti perché le indicazioni hanno riguardato realtà escluse dall'agenzia delle Entrate. Su un totale di oltre 28.500 Onlus "candidate", 7.720 (il 27% del totale) non hanno potuto conquistare una quota di 5 per mille. Per oltre due terzi dei casi la non ammissione è dovuta alla mancata o tardiva presentazione dei documenti e non alla carenza di requisiti. Percentuali particolarmente alte di enti esclusi si registrano nelle regioni meridionali: la Calabria è al 43%, la Campania al 46, la Puglia al 47. I dati migliori al Nord-Ovest, con Piemonte e Valle d'Aosta che si sono viste bocciare rispettivamente il 12 e il 9% delle Onlus. La Lombardia, come si vede nella mappa pubblicata qui a fianco, ha di gran lunga il maggior numero di enti ammessi. A quota 5.041 doppia abbondantemente l'Emilia Romagna, seconda, che si ferma a 1.998 superando di poco il Veneto (1.985). La prima regione del Sud è la Sicilia, settima con 899 Onlus ammesse, mentre agli ultimi due posti si trovano logicamente le piccole Valle d'Aosta (116) e Molise (111). E tocca ancora alla Lombardia il gradino più alto per i fondi incamerati, più di 54,6 milioni di euro: in questo caso, però, la seconda non è tanto lontana, visto che il Lazio si colloca a 49,2 milioni. Molto distanziate le altre aree (l'Emilia Romagna è terza con 14,6 milioni) e sempre svantaggiato, in linea di massima, il Sud del Paese. Al Lazio il sorpasso riesce sugli importi medi destinati alle associazioni. In questo caso non c'è partita (29.671 euro contro i 10.840 della Lombardia e i 9.503 delle Marche, seconda e terza), ma la ragione è semplice: a Roma hanno la sede centrale molte delle principali realtà legate al volontariato. Basti dire che tra le componenti della "top ten" delle somme ricevute, cinque si trovano nella capitale. L'elenco comprende, tra le altre, la prima e la seconda in assoluto (il Comitato italiano Unicef, con quasi 6 milioni di euro, e Medici senza frontiere, non distante dai 5 milioni). Se da un lato ci sono colossi come quelli appena citati, dall'altro – sparsi su tutto il territorio nazionale – si trovano quasi 950 enti che, pur essendo stati ammessi, non hanno ottenuto nemmeno una preferenza e quindi restano a bocca asciutta. Non particolarmente numerose ma molto redditizie, invece, le opzioni a favore della Fondazione italiana per il notariato: quasi 900mila euro a fronte di 1.234 indicazioni. Si sfiorano i 730 euro di media per ogni 5 per mille "elargito". Come dire che l'imposta dovuta in seguito alla dichiarazione supera i 145mila euro
Il Fisco allarga le maglie per il censimento del terzo settore commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 15 ottobre 2009 Il modello per gli enti associativi Istruzioni per il modello degli enti associativi "Dai nostri archivi" Per le associazioni sconti fiscali solo con il modello Eas Il fisco apre: più tempo per censire le associazioni Associazioni, rinvio al 15 dicembre della scadenza per il modello Eas Non profit: al via le verifiche anti-frode per le associazioni I patronati esclusi dall'invio del modello Eas Le Onlus sono esentate dall'obbligo di comunicazione all'Agenzia delle Entrate, previsto dall'articolo 30 del Dl 185 del 2008. E' questa, insieme alla proroga del termine dal 30 ottobre al 15 dicembre - la principale novità del l'accordo raggiunto oggi tra le Entrate e i rappresentanti del mondo associativo, in seguito al confronto che si era aperto dopo l'approvazione, a fine settembre, del modello per la comunicazione dei dati fiscali rilevanti da parte degli enti alla stessa Agenzia. Inoltre, afferma una nota delle Entrate, "alcune tipologie di enti già iscritti in particolari registri o conosciuti dalla Pubblica amministrazione" potranno presentare un modello ridotto di questionario, con 5-6 domande anziché 38 come quello pubblicato nelle scorse settimane. Agli enti già esclusi inizialmente, dunque, si aggiungeranno altre categorie di soggetti enti che, essendo iscritti ad albi e registri tenuti dalla pubblica amministrazione o da questa conosciuti, potranno compilare la versione light del modello Eas. Tra questi quasi certamente i sindacati e i partiti politici, ma i dettagli saranno chiariti in una circolare ("documento di prassi") che l'Agenzia si è impegnata a pubblicare nei prossimi giorni. In tutto, comunque, gli enti interessati dal censimento sono piu' di 200mila. Sul Sole 24 Ore in edicola venerdì 16 ottobre ulteriori dettagli e approfondimenti.
Le Entrate "rafforzeranno ulteriormente l'impegno che gli uffici periferici stanno già profondendo per divulgare il più possibile la conoscenza dell'onere della presentazione del modello di comunicazione. Tale sforzo sarà contemporaneamente profuso anche dall'Agenzia per le Onlus, dal Forum e dalle rappresentanze delle Associazioni di categoria, anche con momenti di confronto con le Direzioni regionali delle Entrate". In questa direzione si sta muovendo anche CSVnet che ha stretto un accordo con i Caf delle Acli per garantire a tutte le associazioni l'accesso gratuito al servizio di consulenza per la compilazione e l'invio dei questionari. I cosi sono a carico della rete dei centri. "CSVnet considera le soluzioni individuate un significativo passo avanti, ed auspica che siano completate da interventi normativi di modifica dell'Art. 30 e della relativa circolare esplicativa" ha affermato Marco Granelli, presidente di CSVnet. Il Coordinamento dei Centri di Servizio per il Volontariato sta già operando al fianco di tutta la rete dei CSV per fornire un sostegno concreto e gli strumenti più opportuni per aiutare le Organizzazioni di Volontariato non iscritte ai Registri Regionali a compilare il modello e fornire le informazioni richieste in modo corretto. Le Organizzazioni di Volontariato iscritte ai Registri Regionali , grazie ad un emendamento sostenuto da CSVnet nello scorso gennaio, sono state escluse dall'obbligo della comunicazione. 15 ottobre 2009
Alta tensione sul 5 per mille di Dino Pesole commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 15 Aprile 2009 "Dai nostri archivi" Tremonti: "Con il 5 per mille all'Abruzzo nulla sarà tolto al volontariato" Il Calcio dilettantistico perde il 5 per mille Dallo scudo fiscale le risorse per finanziare il 5 per mille Terremoto: allo studio una "tassa sui ricchi"Palazzo Chigi precisa: ancora nessuna decisione Onlus, le linee guida per i bilanci del no profit Il dossier è sul tavolo del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e l'agenzia delle Entrate è pronta a inserire in dichiarazione dei redditi il codice alfanumerico per la destinazione del cinque per mille alla ricostruzione in Abruzzo, secondo quanto ha annunciato sabato scorso il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. I tecnici della Sogei sono al lavoro e il codice dovrebbe essere pronto nei prossimi giorni. Il tutto, mentre cresce l'opposizione delle associazioni del volontariato e del terzo settore, onlus ed enti non profit. Ma anche in sede politica si levano voci contrarie alla decisione annunciata da Tremonti. "Pur comprendendone lo spirito, la proposta comporta più danni che vantaggi", commenta la senatrice del Pd MariaPia Garavaglia. La misura "colpirebbe proprio quelle organizzazioni che sono presenti sul territorio, hanno una capacità operativa e sono in grado di intervenire rapidamente in casi drammatici come quello dell'Abruzzo". E Roberto Della Seta, capogruppo Pd in commissione Ambiente del Senato la giudica una proposta "indecente. Speriamo che venga abbandonata come altre idee balzane proposte da questo Governo". Identica preoccupazione da parte del segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: "La proposta finirebbe per penalizzare quel volontariato che si è immediatamente attivato per fronteggiare l'emergenza ed è stato fin dall'inizio presente sul territorio". Le associazioni del volontariato invitano Tremonti a ripensarci e il Forum del terzo settore osserva come l'iniziativa rischi di provocare una sorta di guerra tra poveri e di "cancellare il principio di sussidiarietà in base al quale è il cittadino che sceglie a quale organizzazione della società civile dare il proprio sostegno attraverso il 5 per mille dell'Irpef". A sostegno dell'iniziativa c'è il sondaggio quotidiano condotto da SkyTg24: l'84% dei partecipanti pensa di utilizzare questa forma di solidarietà. Una strada potrebbe essere quella di elevare il tetto massimo fissato a quota 380 milioni, ma il timore delle associazioni di volontariato è che comunque buona parte dei fondi, essenziali per la loro sopravvivenza, possa essere dirottato al Dipartimento della Protezione civile o direttamente alla Regione Abruzzo, secondo le indicazioni emerse finora. In ogni caso, occorrerà fare i conti con i tempi tecnici necessari per l'effettiva ripartizione dei fondi. È ben difficile, infatti, stante l'attuale procedura, che le ricorse provenienti dal 5 per mille possano affluire prima del 2011. Finora risultano distribuiti i fondi del 2005 (dichiarazioni 2006), mentre quelli relativi al 2006, attribuiti dai contribuenti a 31.773 enti con le dichiarazioni del 2007, saranno ripartiti entro quest'anno. Il timing è stato reso noto lo scorso 8 aprile alla Camera dal sottosegretario all'Economia, Daniele Molgora. "Le somme da ripartire sul fondo del cinque per mille, 405 milioni di competenza dell'anno 2008 – ha osservato Molgora – per le quali è stato approvato un emendamento al decreto legge n. 5 del 2009, finalizzato alla conservazione in bilancio nel conto residui per il 2009, si riferiscono alle scelte dei contribuenti sulle dichiarazioni presentate nel 2007 (redditi 2006). Il pagamento slitta pertanto dal 2008 al 2009". Almeno 16 milioni (si veda "Il Sole 24 Ore" del 9 aprile) devono ancora essere distribuiti agli enti esclusi nel 2006 e nel 2007 a causa di errori formali. Lo stesso Molgora ha reso noto che per il 2006 "non è stato ancora pagato il contributo in favore dei 4.100 enti che non hanno provveduto a comunicare le proprie coordinate ovvero le hanno comunicate successivamente alla trasmissione degli elenchi". Tempi lunghi, ma la destinazione dei fondi è diretta alla ricostruzione, non alla stretta emergenza. 15 Aprile 2009
Cinque per mille, le nuove regole in un Ddl bipartisan di Valentina Melis commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 22 Novembre 2008 "Dai nostri archivi" Alta tensione sul 5 per mille Il Governo crede al 5 per mille. Più spazio alla sussidiarietà Cinque per mille: qualcosa si muove, ai Comuni 37 milioni del 2006 Cinque per mille, le istruzioni per le associazioni sportive Quasi 15 milioni di sostenitori del cinque per mille Anche il cinque per mille avrà la sua legge quadro, così da non cambiare le regole ogni anno. O almeno questo è l'obiettivo del disegno di legge messo a punto dall'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, che sarà depositato nei prossimi giorni. A giudicare dalla composizione dell'Intergruppo, che raduna 320 parlamentari di maggioranza e opposizione, il provvedimento ha le carte in regola per essere approvato in tempi brevi. Il testo individua innanzitutto i soggetti ammessi alla ripartizione del cinque per mille dell'Irpef in base alle scelte dei contribuenti. Escono di scena i Comuni. Le categorie individuate sono: le Onlus, comprese quelle di diritto e quelle parziali (articolo 10, commi 8 e 9 del Dlgs 460/97); le associazioni di promozione sociale iscritte agli albi nazionale e regionali (legge 383/2000); le associazioni e fondazioni riconosciute che operano nel sociale (articolo 10, comma 1, lettera a) del Dlgs 460/97); le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni; gli enti di ricerca scientifica e le università; gli enti di ricerca sanitaria. Tutti gli enti interessati dovranno presentare istanza di iscrizione all'elenco dei beneficiari, per via telematica, attraverso il sito dell'agenzia delle Entrate. In fase di prima iscrizione, la domanda dovrà contenere tutti i dati relativi all'ente, mentre per le iscrizioni successive dovrà essere solo confermata la volontà di iscrizione all'elenco. Le domande dovranno arrivare ogni anno entro il 20 febbraio, ed entro il 25 le Entrate dovranno pubblicare l'elenco, che raggiungerà la sua versione definitiva entro il 10 marzo. Entro il 30 giugno del solo primo anno di iscrizione i rappresentanti legali dell'ente dovranno presentare l'autocertificazione del possesso dei requisiti. In seguito, sarà sufficiente comunicare solo le variazioni dei dati. Per quanto riguarda la ricerca, non sarà consentita la presenza di uno stesso nominativo in più elenchi: un ente di ricerca scientifica, cioè, non potrà essere iscritto anche fra i soggetti non profit. Non è prevista alcuna soglia minima per accedere al contributo: qualsiasi ente, indipendentemente dal numero dei contribuenti che lo ha "premiato", avrà diritto ai fondi del cinque per mille. La corresponsione delle somme ai beneficiari dovrà avvenire entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello in cui è avvenuta la destinazione. In caso di ritardo, saranno applicati gli interessi legali, a partire dal 31 marzo. Gli enti che riceveranno un importo superiore a 50mila euro saranno tenuti a pubblicare online un bilancio-rendiconto relativo all'esercizio in cui hanno ricevuto i fondi. "Proprio la rendicontazione – spiega il presidente dell'agenzia per le Onlus Stefano Zamagni – consentirà ai contribuenti di selezionare gli enti beneficiari, valutando come sono stati spesi i fondi". Oltre a una maggiore trasparenza, risolvere "i problemi tecnici e burocratici emersi nei due anni di applicazione del cinque per mille" è la priorità secondo
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